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L'INSOLITO CLAN 50enne bruno povero senza fissa dimora cerca donna ricca e bella scopo matrimonio

Ribéss 2007, ed. Altipiani, distr. Goodfellas; jewel box, 11 tracce, 37'; 10 euro

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L’Italia è da sempre un paese dall’orecchio vecchio. Ha bisogno di riconoscere una familiarità, un’assonanza, un richiamo a quella cosa chiamata tradizione sotto cui ci si butta di tutto, che abbia 10, 20 o 140 anni, non importa. Questo ci tocca e questo ci meritiamo. Un limite che l’Insolito Clan usa per catturare l’attenzione e che supera completamente con una scrittura eccezionale, pulita e diretta, e con uno stile che non scade mai nella polemica compiaciuta. Il valore sta proprio nel fatto che il “50enne” è un album facilissimo da ascoltare. Apparentemente. Come per tutti i dischi curati nella sostanza. Come può essere facile un Dylan o un Gaetano – quest’ultimo di particolare rilevanza nel mondo del Clan. Intere piazze di personaggi, manifesti e messaggi a volte declamati, a volte criptati sotto le innocenti spoglie della ballata popolare. Canzoni radunate per mettere alla berlina vizi e stravizi di vecchie e nuove culture della crisi in un paese più martoriato di una plancia del Risiko. L’ingrediente è il cabaret e il teatro-canzone, una delle più importanti e salvifiche (ri)scoperte per la musica italiana in un disco per tutti. Dove, ammettiamolo, CI SIAMO tutti. Canzoni totali fino al più piccolo dettaglio panoramico e scenografico. “Malgrado la paura, il problema, il cinghiale” e “Pomeriggi d’aprile”, due apici. Alcune venate di intuizioni al limite del surreale. Musica italiana: ma potrebbe anche essere una vignetta satirica disegnata sui fogli di un rotolo doppio velo di morbidezza.

www.myspace.com/insolitoclan